L'isola Lunga scrive la sua storia da migliaia di anni e il fatto che fu abitata dai tempi antichissimi lo testimoniano i resti degli oggetti sparsi per tutta l'isola.
L'Isola Lunga fu menzionata per la prima volta nella metà del X secolo dall'imperatore bizantino Costantino Porfirogeneto, che la denomina Pizuh nel suo lavoro 'De administrando imperio'. All'inizio del XI secolo nelle fonti scritte troviamo il nome di Insula Tilagus e quel nome è rimasto nel nome dell'insenatura di Telašćica. Nel XV secolo l'isola ebbe il nome che porta oggi.
L'isola è stata abitata fin dai tempi remoti, ne testimoniano le scoperte archeologiche del campo di Krševanje, di Veli Rat e della grotta di Vlakno che sono databili all'età di pietra, al paleolitico e al mesolitico. Sull'isola si trovano i resti delle dimore illiriche (Omišenjak, Koženjak, Veli Brčastac), con o senza le caratteristiche delle fortificazioni (Vrtlaci), poi ci sono i numerosi tumuli (Gominjak, il campo di Čuh) e un cimetero in pianura (Dugo polje). Nelle scavate nella grotta di Vlakno nel 2011. sono stati trovati i resti di uno scheletro umano, circa 11000 anni vecchio (primo mesolitico).
I giornalisti gli hanno dato il nome di „Simone, il più vecchio dalmata“ che nel momento della morte aveva 40 anni, era alto tra 168 e 172 cm e morì in modo non violento. Il valore scientifico della scoperta è molto grande perché in Dalmazia quasi non esistono i resti umani da quel periodo storico. La scoperta è stata trasferita al dipartimento storico dell'Accademia croata delle Scienze e delle Arti, e le future ricerche scopriranno i nuovi dettagli che aspettiamo con impazienza.
I testimoni del periodo antico sono anche numerosi frammenti sparsi di ceramica, di monumenti minori (sarcofaghi, monumenti votativi) e i resti di complessi economici tra i quali spicca il complesso economico a Piccola Proversa e anche il monumento di voto dello schiavo privilegiato Euhemer, eretto in onore della dea Diana, che testimonia l'esistenza di un podere dell'imperatore sul territorio del lago di Žman.
I periodi paleocristiano e preromanico hanno lasciato le numerose chiese (San Giovanni e San Vittorio in Telašćica), molte delle quali sono ben conservate, come la Chiesa di San Pellegrino a Savar.
Inoltre sono preservati gli esemplari dell'architettura abitazionale profana databili al periodo tra il XVI e il XVIII secolo (le case Guerrini e la casa Petricioli a Sali). Questi edifici rappresentano un contributo di valore all'architettura profana dell'isola e di quella di Zara del periodo manieristico e barocco.
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